Welfare aziendale per Industria 4.0
di Francesco Seghezzi*
Industria 4.0 non è solo una trasformazione tecnologica e neanche soltanto organizzativa o delle competenze dei lavoratori: è una trasformazione sociale ed economica. I nuovi modelli produttivi, che condurranno con buona probabilità a cicli di vita dei prodotti più brevi, processi mutevoli e da riorganizzare continuamente, insieme ad una domanda di competenze sempre meno prevedibile, mutano profondamente i mercati del lavoro e le tipologie di tutele di welfare necessarie. L’articolo indaga ed illustra questi punti di contatto.
Per queste ragioni è possibile individuare molti elementi di complementarietà tra Industria 4.0 e le nuove forme di welfare aziendale [1] [2] che sempre più si stanno diffondendo nelle imprese italiane, in particolare dopo la Legge di Stabilità per il 2016 (e successive) [3] che hanno detassato il welfare aziendale se utilizzato come forma di erogazione di un premio di produttività. La prospettiva è quella in cui la funzione meramente redistributiva della retribuzione diventerà in larga parte anacronistica, al pari del contratto collettivo nazionale di lavoro, in quanto superati da modalità di fare impresa in cui il confine tra capitale e lavoro potrà essere sempre più sottile al pari del confine tra mercati interni e mercati esterni del lavoro. Con la conseguenza che i momenti della condivisione e del consumo del valore generato potranno convergere, con esiti ancora di non facile inquadramento sul piano tecnico–giuridico e della politica sindacale, nella direzione del benessere collettivo e della sostenibilità quali nuove frontiere della utilità sociale e dell’interesse pubblico generale.
Il nuovo welfare aziendale quindi non è solo una modalità per ridurre i costi (per le imprese) ed aumentare l’importo (per i lavoratori) dei premi, e non è neanche solo una modalità per sostenere il welfare pubblico che oggi sta vivendo una profonda crisi. Il welfare aziendale, nella sua forma e nelle sue caratteristiche più mature, è invece uno strumento di governo della trasformazione di Industria 4.0. Questo da molteplici punti di vista:
– Il welfare aziendale può essere una modalità per trattenere i lavoratori che possiedono le competenze necessarie per la gestione delle nuove tecnologie. Spesso infatti, soprattutto in alcuni territori, si manifesta l’esigenza di individuare incentivi per far sì che le persone di cui si ha più bisogno non vadano perdute, riducendo così i costi di transazione determinati dalla fine di un rapporto di lavoro e dall’instaurazione di uno nuovo. Questo, sia attraverso servizi di welfare offerti direttamente ai lavoratori (assistenza sanitaria, assicurazioni professionali, previdenza complementare, attività ricreative e relative al tempo libero, trasporto, mensa, buoni acquisto e buoni pasto), sia alle loro famiglie (supporto nelle rette scolastiche, assistenza sanitaria, assistenza e cura per familiari).
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*Il seguente articolo è stato pubblicato su Ricomincioda4.fondirigenti.it, il 28 maggio 2018