Il mercato dei provider di welfare aziendale in Italia
Mercoledì 24 ottobre, si è tenuto presso la sede di ALTIS un workshop dedicato a queste tematiche, primo momento di condivisione dei risultati di una ricerca sullo sviluppo del mercato dei Provider, principali intermediatori dei servizi di welfare aziendale rivolti alle imprese. Si tratta di un mercato in forte crescita, che è stato analizzato nelle sue dimensioni socio-economiche dal Professor Luca Pesenti, Docente di “Sistemi di welfare comparati” in Università Cattolica.
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“Fino a qualche anno fa gli operatori erano 3, oggi sono 78. E sono nati tutti negli ultimi 5-6 anni. Questo sviluppo tumultuoso richiedeva una prima indagine e oggi iniziamo a dare i primi risultati.”
Prof. Luca Pesenti
La ricerca ha mappato, in collaborazione con la società Valore Welfare srl, la rete dei Provider e ne ha ricavato una tipologizzazione. Con ALTIS, le ricerca è successivamente stata integrata da una survey per iniziare a dare una prima descrizione della robustezza di questo sistema e di ciò che esso ha generato in tema di diffusione del welfare tra le aziende.
Il mercato dei Provider di welfare aziendale dà lavoro a 449 addetti, serve circa 19.090 aziende, in maggioranza di medio-grandi dimensioni, conta complessivamente 1.691.652 lavoratori dipendenti che beneficiano del welfare aziendale. Questi i numeri della ricerca, con un focus sulle grandi aziende che stimolano l’adozione di una certa cultura di impresa e influiscono sugli interventi legislativi.
L’intervento di Massimo Bottelli, Direttore del settore Lavoro, welfare e capitale umano di Assolombarda, ha tuttavia sottolineato come, nonostante il suo sviluppo, il mercato dei provider abbia ancora grandi spazi da percorrere, in particolare per quanto riguarda la piccola e media impresa, dove la sua diffusione è ancora percentualmente bassa.
Secondo Emmanuele Massagli, Presidente di AIWA – Associazione Italiana Welfare Aziendale, le principali sfide per il Welfare Aziendale si annidano in due fenomeni: da una parte il rischio che esso diventi un bene di consumo e una commodity, di fatto snaturandosi, dall’altra il rischio che in questo mercato i diversi operatori inizino a competere abbassando i prezzi dei prodotti offerti, scelta che inesorabilmente porterebbe anche ad un sostanziale abbassamento qualitativo. Resta inoltre aperto l’interrogativo su come si muoverà il settore pubblico per tutelare in questo senso i propri numerosi dipendenti.
Il workshop si è concluso con un acceso dibattito tra i partecipanti, rappresentanti di diverse realtà tra cui Valore Welfare, Randstad, Zucchetti, Consorzio Sis e AON, sulle sfide e opportunità del settore, in particolare sull’impatto sociale del welfare aziendale, le future scelte di governo in tema di reddito di cittadinanza e come questo potrebbe impattare sulle risorse del welfare aziendale e, infine, sulla scelta etica tra beni “morali e voluttuari”.
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