Legge di bilancio: il welfare aziendale deve riprovarci

da Dic 29, 2020Dicono di noi, Rassegna Stampa

Legge di bilancio 2021 approvata alla Camera senza i due emendamenti relativi al welfare: bonus mobilità e aumento tetto dell’esenzione fiscale dei fringe benefit.

La Legge di bilancio, manovra per il 2021 da 40 miliardi, è stata approvata alla Camera dei Deputati con 298 sì, 125 no e 8 astenuti, ora il testo passerà in Senato per il via libera definitivo entro il 30 dicembre. Come riporta il sito di AIWA, tra i vari emendamenti sul tema del welfare aziendale ne erano “sopravvissuti” solo due, poi bocciati lunedì scorso, ovvero gli emendamenti relativi alla mobilità per i dipendenti e la proroga anche al 2021 dell’aumento del tetto dell’esenzione fiscale dei fringe benefit (deciso come misura straordinaria ad agosto 2020) da 258,23 euro a 516,46 euro. Questi verranno comunque a breve ripresentati visto anche il loro valore e le potenzialità di impatto sulla mobilità e sul sostegno al reddito dei lavoratori dipendenti e a tutto il sistema economico.

Partiamo dall’emendamento sul welfare della mobilità a firma dell’On. Diego De Lorenzis del Movimento 5 Stelle e vice Presidente della Commissione Trasporti della Camera. Nello specifico la proposta prevede l’aggiunta all’art. 51 comma 2, della lettera “d-ter” che amplia l’agevolazione fiscale delle somme destinate non solo agli abbonamenti ai mezzi pubblici regionali o interregionali ma anche “per l’acquisto, il noleggio e la fruizione condivisa in sharing di mezzi di trasporto quali auto, moto scooter, e-bike in servizi aziendali (corporate sharing), dal dipendete e dai familiari per una somma complessiva e non superiore a 1.000 euro”. In sostanza, com’è evidente, si tratta di un incentivo alla mobilità green nell’ambito del welfare aziendale.

“Mi dispiace che l’emendamento non sia passato in Legge di Bilancio ma le ragioni della sua bocciatura non sono né di merito né economiche ma credo legate principalmente ai tempi strettissimi del percorso di approvazione – spiega Diego De Lorenzis. La questione è strategica e credo ampiamente condivisa dalle forze politiche di maggioranza e di opposizione e continueremo a riproporre il provvedimento nelle prime occasioni utili già ad inizio anno nuovo in cui torneremo sui provvedimenti di natura economica. Mi sono già attivato anche verso i ministeri competenti. Il tema – continua De Lorenzis – è quello di dare impulso ad una mobilità sostenibile, considerata da più parti sempre più importante, facendo leva anche sul coinvolgimento delle aziende e dei lavoratori tramite l’incentivo previsto nell’ambito del welfare aziendale. Il coinvolgimento del mondo del lavoro e dell’impresa in generale potrebbe innescare un virtuoso meccanismo di economia di scala, in modo molto semplificato, per diffondere il più possibile le buone pratiche della mobilità sostenibile. Ricordo che in Italia abbiamo milioni di lavoratori che si spostano con l’auto privata e tantissime famiglie che hanno più di un’automobile. Se facciamo un banale paragone con paesi europei più virtuosi da questo punto di vista come la Germania, scopriamo che in Italia negli ultimi 35 anni siamo passati da 20 a 40 milioni di veicoli privati mentre in Germania è successo il contrario. Sempre in Germania abbiamo l’80 per cento di veicoli aziendali e 20 per cento privati anche qui l’esatto contrario della situazione italiana. Se l’obiettivo è invertire la tendenza com’è evidente a questo punto è indispensabile un piano nazionale che prevenda una molteplicità di incentivi verso il passaggio graduale ma deciso alla mobilità sostenibile e in quest’ottica anche il welfare aziendale gioca un ruolo chiave”.

L’emendamento, invece, a cura dell’On. Jessica Costanzo mirava alla proroga di un anno del raddoppio del plafond di esenzione fiscale dei fringe benefit, oggi a 516,46 euro ma valido per il solo 2020. Nel 2021 si torna a 258 euro. Nel dettaglio l’emendamento indica una copertura di spesa di 12,2 milioni di euro per il 2021 e 1,1 milioni di euro per il 2022 (che coprirebbe il solo mese di gennaio 2022).

“Si tratta di una misura strategica di grande importanza per il mondo del lavoro e per le imprese – spiega l’On. Jessica Costanza, del Movimento 5 Stelle e componente della Commissione lavoro della Camera-. Gli impatti di un simile provvedimento sono altamente vantaggiosi sia come forma di sostegno al reddito dei lavoratori che come incentivo alla ripresa dei consumi interni, oltre a costituire un vantaggio fiscale per le imprese. La proroga del provvedimento, inoltre, è a mio avviso necessaria visti anche i tempi brevissimi di applicazione della norma che ricordo è stata introdotta solo ad agosto 2020 e in tre mesi non ha potuto ancora esprimere tutte le sue potenzialità. La bocciatura dell’emendamento –continua l’On. Costanza – è dovuta soprattutto alla non conoscenza dei dati effettivi delle potenzialità della misura, visto il poco tempo di applicazione, e confido, alla luce anche dei risultati dirompenti del mese di dicembre sugli effetti dell’innalzamento del tetto dei fringe benefit, che nel decreto Milleproroghe (ne ho già parlato al Ministero del lavoro) che discuteremo a febbraio 2021, la proposta trovi il giusto riconoscimento. Non solo, l’auspicio è che una simile riforma diventi strutturale nella logica di cooperazione e integrazione tra il welfare statale e il welfare aziendale in una prospettiva comune”.

Anche da parte sindacale la valutazione generale sull’estensione a regime dell’innalzamento del tetto dei fringe benefit a 516,46 euro è positiva. “Siamo favorevoli come Cisl all’estensione del tetto dei fringe benefit cosi come stabilito nel decreto di agosto – dichiara Andrea Cuccello, segretario confederale della Cisl nazionale – Tutta la partita del welfare aziendale, tuttavia, va comunque ricondotta all’interno della contrattazione di secondo livello (e nazionale) per evitare che si favoriscano scelte unilaterali delle aziende. Quindi, bene l’innalzamento ma la centralità della contrattazione non deve essere messa in discussione. Non solo, avverto anche l’esigenza che ci sia una maggiore correlazione tra queste somme incentivate fiscalmente e le finalità di spesa. In altri termini dobbiamo incentivare il più possibile l’utilizzo delle risorse come queste verso i servizi alla persona e verso i reali bisogni dei lavoratori e delle rispettive famiglie. Penso all’esigenze di assistenza ai genitori anziani e non autosufficienti, al lavoro delle donne e quindi ai servizi di baby sitting e di assistenza domestica, all’integrazione delle cure sanitarie e alla tutela della salute che la crisi pandemica ha reso ancora più evidenti, e cosi via”.

L’esigenza posta dai due emendamenti in questione, quindi, rimane di grande attualità e ampia condivisione ed è facile prevedere che sia la questione dell’innalzamento dei fringe benefit che del welfare della mobilità saranno comunque al centro di possibili riforme già ad inizio 2021.

*Il seguente articolo è stato pubblicato su Ilmessaggero.it, il 29 dicembre 2020

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