Quanto conta il benessere aziendale in un nuovo impiego?
di Rita Maria Stanca*
Superata la fase più complicata del fenomeno della “Great Resignation”, il mondo del lavoro si prepara ad affrontare una nuova sfida: supportare con iniziative concrete il benessere dei dipendenti a 360°. “È fondamentale il modo in cui i datori di lavoro affronteranno e gestiranno questo aspetto nei prossimi mesi perché avrà un impatto significativo sulla produttività e sulla loro fidelizzazione all’azienda – afferma Florent Lambert, CEO di Sodexo Benefits & Rewards Services Italia – Stiamo entrando in una nuova dimensione del welfare aziendale dove il benessere complessivo della persona rappresenta una parte sempre più preponderante nella scelta del nuovo impiego. Assistiamo ad un nuovo concetto di «well-being culture» che, attraverso la creazione di programmi di assistenza dedicati e all’integrazione di benefit a supporto di tutti gli aspetti della vita della persona, spinge i datori di lavoro a scegliere servizi e partner sempre più innovativi e capaci di rispondere ad un ventaglio ampio di esigenze. È ormai evidente che la retribuzione non è più l’unico fattore decisivo nella scelta del posto di lavoro”.
In questa nuova situazione occorre dare spazio a soluzioni che contribuiscono a migliorare il benessere psico-fisico dell’individuo giorno dopo giorno, partendo dall’attenzione alla qualità dell’alimentazione sul posto di lavoro, fino ad arrivare a soluzioni ad hoc. Nello scenario post-pandemico, infatti, i fenomeni di malessere sono in aumento e secondo una ricerca Mindwork – BVA Doxa, infatti, gli uffici delle risorse umane stanno capendo come far fronte a questa nuova necessità visto che il 92% dei lavoratori ritiene importante che l’azienda si occupi attivamente del benessere dei propri dipendenti e il 75% valuterebbe positivamente gli strumenti messi in campo dall’azienda per identificare un malessere psicologico. Inoltre, secondo una recente ricerca Paychex – Future Workplace, il 67% della Gen Z ritiene questa tipologia di benefit prioritari nella ricerca di un nuovo impiego.
Proprio per questo motivo, i datori di lavoro stanno investendo risorse per programmi di assistenza dedicati ai dipendenti con la promozione di una well-being culture. I lavoratori avranno quindi la possibilità di scegliere piani personalizzati attraverso piattaforme welfare, come quella offerta da Sodexo, messe a loro disposizione dall’azienda, all’interno delle quali scegliere servizi e prodotti che possono riguardare diversi ambiti del benessere psicofisico. Questa nuova necessità nasce da diversi fattori inerenti sia all’organizzazione del lavoro (come il rapporto con i colleghi o la possibilità dello smart working), sia alla carenza di programmi dedicati al benessere mentale per i dipendenti.
Secondo una recente ricerca del Guardian intitolata “Mind, Body and Wallet”, la salute e il benessere emotivo dei dipendenti è al quarto posto tra le priorità degli uffici delle risorse umane. Una necessità che è diventata sempre più importante negli ultimi anni: nel 2016 solo il 15% dei datori di lavoro riteneva l’introduzione di strumenti di supporto psicologico all’interno del pacchetto benefit estremamente importante mentre questo dato è più che raddoppiato nel corso degli ultimi cinque anni toccando nel 2021 il 35%. “La pandemia ha portato le persone a ricercare con maggior forza un posto di lavoro dove il proprio benessere abbia la priorità rispetto ad altri aspetti – conclude Florent Lambert – Come previsto stiamo assistendo ad un nuovo cambiamento del mondo del lavoro dove la digitalizzazione sta contribuendo a rivoluzionare i servizi dedicati ai dipendenti migliorando, allo stesso tempo, l’organizzazione aziendale. In questo scenario dove si stanno affacciando nuove esigenze da parte dei lavoratori, le imprese dovranno dare inizio alla creazione di una «well-being culture» dove il benessere dei dipendenti sarà sempre di più un punto di riferimento”.
Il seguente articolo è stato pubblicato su Corriere.it, il 1 marzo 2022