Le tasse sugli stipendi scenderanno davvero? Fringe benefit, cuneo fiscale, tredicesime e straordinari, cosa cambia
di Alessia Conzonato*
I tagli al fisco dei dipendenti
La commissione Finanze della Camera ha completato l’esame della delega di riforma fiscale e la prossima settimana è atteso il voto per il mandato al relatore al fine di inviare il testo all’Aula. «Questo è un passo avanti per riformare il sistema fiscale del nostro paese — ha commentato il vice ministro all’Economia, Maurizio Leo — e confido che anche nelle successive fasi in Parlamento ci sia la stessa collaborazione».
Leo ha ringraziato la commissione per il lavoro svolto: «Ci siamo mossi sulla base della precedente delega abbiamo assunto i capisaldi della stessa e l’abbiamo sviluppata». Oltre a quelle contenute nella delega fiscale, altre misure, invece, sono in programma, in parte con il voto finale e la prossima conversione in legge del decreto Lavoro. «In aggiunta alle deduzioni per la formazione e ai fringe benefit — ha detto Leo —, per i quali abbiamo elevato il tetto e lo stabilizzeremo, stiamo cercando di rendere strutturale il taglio del cuneo». L’unica variabile incerta sono le risorse a disposizione: le coperture sono scarse e le questioni da risolvere ancora molte, tra le pensioni e i contratti del pubblico impiego da rinnovare. Vediamo, intanto, le soluzioni in studio all’esecutivo.
Fringe benefit a 3 mila per euro per chi ha figli
Il decreto Lavoro (articolo 40 del dl 48/2023) ha alzato la soglia dei fringe benefit da 258 a 3 mila euro, ma solo per i dipendenti con figli a carico. La decisione è stata approvata con il provvedimento dal Senato per la conversione in legge e passa ora alla Camera. Una decisione criticata dai sindacati e bocciata anche dall’Aiwa, l’associazione che riunisce i provider di welfare aziendale italiani, perché creerebbe disparità tra i lavoratori.
Straordinari detassati (forse al 15%)
Un altro intervento riguarda la detassazione (si ipotizza al 15%) delle retribuzioni corrisposte a titolo di straordinario che eccedono una determinata soglia, ancora da individuare. Il viceministro Leo ha spiegato che potrebbe interessare anche i «premi di produzione». La misura è oggetto di un emendamento alla delega fiscale, ancora non votato in commissione alla Camera. Servirà poi una norma ad hoc a fissare l’imposta sostitutiva “agevolata”, per la quale si è ipotizzato un 15%, ma su cui Leo è restato cauto: «I numeri sono legati alle risorse». Una delle ipotesi è che il governo possa apportare alla delega fiscale un emendamento per chiarire che la detassazione di straordinari, ma anche di tredicesime e premi, andrà «alle fasce deboli». Saranno poi i decreti attuativi del Mef a fornire un’indicazione sul meccanismo e sul tetto in base alle compatibilità economiche. Il riferimento potrebbe essere anche il tetto Isee.
Tredicesime «detassate» per i dipendenti
Il governo tenta di detassare anche le tredicesime per i dipendenti. Nel disegno di delega per la riforma fiscale, infatti, era presente un comma che prevedeva l’introduzione della flat tax incrementale per i dipendenti; il passaggio viene sostituito dalla frase «l’applicazione, in luogo delle aliquote per scaglioni di reddito di un’imposta sostitutiva Irpef e delle relative addizionali, in misura agevolata sui premi di produttività, sulle retribuzioni corrisposte a titolo di straordinario che eccedono una determinata soglia e per i redditi riconducibili alla tredicesima». Per il regime incrementale resta ferma «la complessiva valutazione, anche a fini prospettici».
Novità sulla Flat tax
Uno degli emendamenti approvati dalla Commissione Finanze alla delega fiscale, firmato dal deputato di Azione-Iv, Luigi Marattin, riguarda il blocco della Flat tax incrementale per i lavori dipendenti, che sarà sostituita di fatto dalla detassazione dei premi di produttività. Rimane, però, la volontà di mettere a regime la Flat tax incrementale al 15% per le partite Iva (ad esclusione di quelle nel regime forfettario), così come previsto dalla legge di bilancio per il 2023.
*Continua a leggere su Corriere.it, il 2 luglio 2023