Borse di studio, stage e libri gratis: più welfare per i figli dei dipendenti
di Rita Querzè*
Sarà l’AI che ancora non si sa bene quali lavori cancellerà. Sarà l’impazzimento degli equilibri geopolitici. Fatto sta che cresce il disagio per il futuro dei figli. Il welfare aziendale – vera e propria antenna sui bisogni degli italiani – sta registrando anche questo.
E l’esperienza di EssilorLuxottica, società che in più occasioni ha fatto da apripista, ancora una volta lo dimostra.
In sostanza: le borse di studio destinate ai figli dei dipendenti da welfare d’antan sono diventate un benefit di punta. Solo quest’anno il gruppo ha investito 600 mila euro in borse di studio andate a 400 giovani. In pratica il 9-10% dei potenziali aventi diritto. Non solo: sempre più richiesti anche i corsi di formazione per i figli dei dipendenti che si preparano ai test per l’accesso all’università. Gettonati poi i corsi di orientamento per ragazzi che escono da medie inferiori e superiori.
«Il bisogno delle nostre persone di costruire certezze rispetto al futuro dei figli è sempre più evidente – constata Alessandro Cavalet, responsabile del welfare di EssilorLuxottica -. Di qui l’impegno portato avanti in questi anni di rispondere a queste esigenze garantendo nello stesso tempo che sia premiato il merito». Non solo borse di studio: gli strumenti sono anche altri: «Andiamo dall’acquisto dei libri di scuola per i figli di operai e impiegati al summer camp estivo dai 9 ai 16 anni per vivere una settimana all’insegna dello sport e senza cellulare – continua Cavalet -. Un momento in cui costruiscono competenze sociali e linguistiche con ragazzi da 20 Paesi diversi».
Tornando alle borse di studio, la loro consegna diventa un potente momento di aggregazione (l’ultimo evento la settimana scorsa ad Agordo).
Da segnalare anche la possibilità per i figli dei dipendenti di svolgere l’alternanza scuola-lavoro (il Pcto) all’interno dell’azienda. Luxottica farà scuola?
«Certamente si tratta di un bisogno forte e in crescita – risponde il presidente di Aiwa, associazione italiana welfare aziendale, Emmanuele Massagli -. Auspichiamo che venga considerato welfare anche il pagamento degli affitti agli universitari fuori sede. Anche così si ripara l’ascensore sociale».
*Il seguente articolo è stato pubblicato su Corriere della Sera, il 19 marzo 2025