Il grande welfare delle piccole aziende

da Mar 28, 2025Rassegna Stampa

di Federico Formica*

Ci sono aziende che non assumono donne incinte. E altre che, invece, sostengono la genitorialità in ogni modo.
Non sono la maggioranza, ma crescono. L’ultima è Iungo, società di Modena, che ha deciso di regalare mille pannolini a chi diventa papà o mamma. E il “bonus” raddoppia in caso di parti gemellari. È il welfare aziendale, una strategia con cui le società cercano di rendersi più appetibili al momento di reclutare risorse, ma che allo stesso tempo copre un’esigenza non soddisfatta dallo Stato: strumenti per conciliare famiglia e lavoro.

Le vie del welfare aziendale sono infinite: la Farco Group di Brescia offre un servizio di custodia gratuita dei figli fino a 14 anni quando le scuole sono chiuse ed elargisce mille euro per ogni neomamma. Poi c’è chi rimborsa le spese per le babysitter, chi garantisce congedi retribuiti più lunghi rispetto ai minimi previsti dalla legge oppure, in un periodo in cui tante imprese fanno la corsa a eliminare lo smart working, offrono un orario flessibile e il telelavoro.

Quant’è diffusa questa sensibilità? Il Welfare Index Pmi è un rapporto pubblicato ogni anno da Generali e l’ultimo, quello pubblicato nel 2024, ha evidenziato che dal 2016 le aziende con un livello alto o molto alto di welfare sono passate dal 10 per cento al 33.

Un dato che non sorprende Giovanni Baroni, presidente della Piccola industria di Confindustria: «Nelle Pmi l’imprenditore ha un profondo legame con il territorio ed è il primo dipendente della propria azienda. Conosce i suoi collaboratori per nome e ne comprende i bisogni e la storia personale».

Tra le criticità segnalate dal rapporto di Generali c’è però un sostegno alla genitorialità ancora limitato rispetto alle necessità. Per Baroni i motivi sono due: «Culturale perché il welfare aziendale è percepito da alcune imprese come un costo anziché come un investimento strategico». Il secondo è pratico: «Le Pmi possono incontrare difficoltà nello sviluppare servizi strutturati, sia per limiti di risorse che per la complessità burocratica».
C’è chi regala pannolini e chi rimborsa babysitter. Sempre più imprese aumentano i sostegni per i lavoratori con figli.

*Il seguente articolo è stato pubblicato su Il Venerdì di Repubblica, il 28 marzo 2025

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