Quale futuro per il welfare aziendale? Il botta-e-risposta tra Treu e Massagli
Nei giorni scorsi, all’interno del portale WeWelfare, Tiziano Treu (Presidente del Cnel) e Emmanuele Massagli (Presidente di Aiwa. l’associazione che riunisce i provider di welfare aziendale italiani) hanno avviato un interessante dibattito incentrato sul tema del welfare aziendale. In particolare, secondo Treu l’imponente crescita di tale fenomeno e del suo mercato necessita di studi volti a stimare la perdita di gettito fiscale e, quindi, di potenziali risorse a vantaggio dell’intera collettività. Massagli ha risposto a questa notazione sottolineando come sia scorretto considerare solo i costi fiscali sottostimando il vantaggio generato per la collettività dalle nuove dinamiche legate proprio al welfare aziendale.
“Siamo arrivati al ventesimo rapporto sul mercato del lavoro e i numeri del welfare aziendale impongono studi approfonditi”, ha spiegato Treu a WeWelfare. “La defiscalizzazione e la decontribuzione previdenziale introdotta nell’erogazione del premio di risultato contrattato hanno uncosto sempre più rilevante per la collettività. Il Fisco prima o poi vorrà valutare al meglio se il mancato gettito sia veramente giustificato da iniziative di valore sociale e di interesse pubblico”.
A tali affermazioni, Massagli ha risposto sottolineando che “Aiwa è disponibile a partecipare a qualsiasi iniziativa del CNEL utile per avviare una valutazione dei costi generati dal welfare aziendale per la fiscalità generale, a condizione però che lo studio calcoli anche i vantaggi generati”. In particolare, ha continuato Massagli, sarebbe “scientificamente scorretto evidenziare solo i costi fiscali, senza contabilizzare il vantaggio generato per la collettività. Si tratta di effettuare una vera e propria verifica di impatto sociale, su cui Aiwa sta già lavorando”.
*Il seguente articolo è stato pubblicato su Secondowelfare.it, il 4 luglio 2019