Welfare: cosa cambia con la Manovra 2020? La ricostruzione di Assitecanews
Cosa cambia in materia di welfare con la nuova Legge di Bilancio 2020?
Assitecanews ha raccolto i dati delle principali fonti intervenute sul tema e ha ricostruito le novità in materia di welfare aziendale
Iniziative di welfare aziendale: solo la metà dei lavoratori ne usufruisce
Mentre l’Osservatorio Assolombarda raccoglie i dati per il Rapporto sul Welfare 2020, l’indagine Il welfare aziendale visto dai lavoratori condotta da Nomisma in collaborazione con la Cgil evidenzia la scarsa capacità di intercettare i bisogni dei dipendenti e una predilezione per le somme di denaro, che abbassano in modo significativo l’utilizzo dei benefit offerti in azienda.
La ricerca ha coinvolto oltre 70 aziende e 1.822 lavoratori, tra impiegati (49%), operai (45%) e quadri (65). Dalle interviste emerge come solo il 55% dei lavoratori coinvolti in programmi di welfare aziendale usufruisca davvero dei servizi e dei benefit offerti dalla propria impresa. Appena un terzo dei lavoratori è consapevole delle iniziative di welfare aziendale promosse dall’azienda: il 45% è stato informato soltanto a grandi linee e il 9% ammette di non aver ricevuto alcuna comunicazione sulle misure definite negli accordi aziendali per incrementare il benessere del lavoratore e della sua famiglia.
Assenza di un confronto con i lavoratori, scarsa cultura e premi in denaro
All’origine dello scarso ricorso alle misure di welfare aziendale c’è prima di tutto l’incapacità di intercettare i reali bisogni dei lavoratori (per il 39% dei rispondenti) e la predilezione per somme di denaro rispetto ad altri generi di benefit (38%). È necessario che i piani di welfare siano costruiti partendo da un confronto sulle reali esigenze dei lavoratori, sulle capacità degli strumenti di welfare nel soddisfarli e che vi sia una valutazione seria degli impatti in azienda.
Pesa notevolmente anche la scarsa conoscenza della materia, soprattutto fra gli operai: il 28% della categoria afferma di non saperne nulla, rispetto al 20% degli impiegati e all’8% dei quadri. Il ricorso a servizi di welfare aumenta al crescere della mansione lavorativa e del titolo di studio. Sfruttano maggiormente gli strumenti di welfare le donne (61%) e le famiglie con figli (59%), mentre la percentuale degli uomini che utilizzano le opportunità del welfare aziendale si ferma ad un 52%.
Taglio del cuneo fiscale: la differenza la fa il welfare aziendale
Secondo Emmanuele Massagli, presidente di Aiwa (l’associazione italiana per il welfare aziendale, a cui ASSITECA è associata) e di Adapt, la Legge di Bilancio 2020 riserva alle iniziative di welfare aziendale l’unica vera arma di riduzione fiscale e contributiva del costo del lavoro. Infatti, la nuova proposta di cuneo fiscale agevola solo alcune fasce di lavoratori e molto meno di quanto si sperasse. In un precedente articolo abbiamo parlato nel dettaglio del taglio del cuneo fiscale per dipendenti e datori di lavoro previsti dalla Manovra 2020.
In un’intervista concessa a wewelfare.it, testata online specializzata sui temi del welfare integrativo, commenta come la Legge di Bilancio 2020 faccia troppo poco per abbassare il costo del lavoro e per aumentare la busta paga dei lavoratori. Tuttavia, il mancato taglio al cuneo fiscale potrebbe incentivare le soluzioni di welfare aziendale, la distribuzione di premi di risultati e modalità alternative alla monetizzazione. Secondo Aiwa, il welfare aziendale coinvolge ad oggi oltre 100.000 imprese e quasi 2.500.000 lavoratori di imprese private beneficiari di piani del valore medio di 700 euro.