Welfarebit. Per una nuova cultura del welfare aziendale
Il mercato del welfare integrativo, e aziendale in particolare, non poteva non essere condizionato dall’emergenza Covid-19. Quali sono le esigenze attuali e come cambierà il settore e il mercato dopo la crisi? Per riflettere sul futuro, ne parliamo con Paolo Giacometti, general manager di Welfarebit.
di Marco Barbieri*
Come stanno reagendo i vostri clienti? Le aziende che hanno attivato piani di welfare aziendale e/o contrattuale, come si stanno ri-organizzando? Che cosa vi chiedono?
Nonostante l’importante emergenza sanitaria e, la conseguente, crisi economica causata dal Covid-19, le “aziende nostre clienti che hanno sposato i servizi offerti della nostra società”, hanno continuato nel loro percorso welfare, prorogando le garanzie ed i vantaggi derivanti dallo stesso. I motivi sono molteplici. Possiamo affermare con certezza che Aziende che hanno deciso di intraprendere un percorso Welfare sono tendenzialmente aziende evolute, proiettate verso il futuro e sensibili alle dinamiche aziendali. Caratteristiche che in momenti di crisi non vengono destabilizzate ma fanno da colonna portante. Inoltre il Welfare Aziendale, oggi più che mai, riscopre dei ruoli che, pur essendogli sempre appartenuti, in conseguenza di questo particolare periodo storico, riaffiorano: quali ad esempio l’assistenza sanitaria integrativa, la previdenza complementare, i prodotti assicurativi cautelativi, il sostegno al reddito dei lavoratori dipendenti soggetti ad ammortizzatori sociali ecc. Il Welfare Aziendale, infatti, non dovrà più essere associato alla mera premialità ma al sostegno delle necessità del dipendente, al sociale, alla garanzia di beni e servizi essenziali alla vita di un individuo. La nostra società, in sinergia con altri partner importanti a livello nazionale (NexumStp Spa, Caf Tutela Fiscale del Contribuente), ha realizzato numerosi webinar durante la Fase di quarantena e la Fase 2, occasioni nelle quali si sono affrontati questi nuovi compiti ed opportunità in tema Welfare, riscuotendo interesse sia dal mondo dei professionisti che da quello delle società, ben comprendendo il beneficio di un simile approccio.
Quale ruolo è possibile ridisegnare al vostro impegno imprenditoriale, di partner di aziende destinate a non dover più contare solo sulla distribuzione di “benefit” ma forse sulla condivisione di servizi “essenziali” (salute, servizi alla persona, …) per i propri dipendenti?
Credo che, ancora una volta, il compito delle società provider in tema di Welfare Aziendale, come è la nostra, sarà anche quello di divulgare, facendo educazione al contempo, il ruolo sussidiario del Welfare Aziendale rispetto al Welfare Pubblico, che non è in grado di sopperire a tutti i bisogni degli individui. Questa emergenza sanitaria ha sicuramente acuito la necessità impellente di fronteggiare difficoltà legate alla garanzia di un sistema sanitario efficiente e di assistenza alle quotidiane attività domestiche (servizio assistenza anziani, il servizio baby sitting, maggiordomo ecc.). Oggi abbiamo questo vantaggioso strumento, che deve esser promosso e spinto al fine di un sostegno concreto per la vita sociale ed economica del nostro paese.
È il momento di una rinnovata attenzione allo sviluppo di un welfare di territorio e non solo d’azienda?
Certamente in questi momenti sta emergendo una forte sensibilità ai temi della comunità e della salvaguardia delle economie territoriali. Oggi più che mai l’attenzione del Provider deve essere rivolta a questi temi e noi cerchiamo di perseguire questo obiettivo, del welfare di territorio, sin dall’inizio. Il concepimento del servizio del Preventivo On Demand è basato proprio sulla realizzazione di un circuito virtuoso in cui, Azienda cliente / Fruitore del credito welfare / Fornitore locale possano essere tutti coinvolti attivamente nella distribuzione di nuove occasioni d’incontro, d’incremento di produttività e sostegno economico reciproco.
Questa modalità ovviamente è soprattutto a vantaggio dei fornitori locali, i quali non devono temere un progetto welfare che indirizzi la spesa verso altri canali ma, anzi, confermi ed incrementi la domanda di cui già beneficiano.
Siamo anche proattivi in alcuni progetti di welfare sociale in diverse regioni italiane, dal Piemonte alla Sardegna, dove con importanti partner operanti nel terzo settore e nel welfare sociale come Il Consorzio Il Filo da Tessere e Innova sono stati lanciati progetti molto interessanti con il supporto e patrocinio degli enti territoriali e delle istituzioni locali.
Dopo la crisi? Il welfare aziendale non sarà più lo stesso. Quali iniziative dovrebbero essere prese dal settore? Defiscalizzazione e decontribuzione dei servizi di welfare? Inserimento strutturale dei servizi di welfare nella nuova contrattazione aziendale e di comparto?
Noi ci auguriamo, anche in considerazione delle ultime circolari e del continuo ed assiduo supporto delle maggiori associazioni rappresentative del nostro mondo (AIWA), che lo strumento del welfare venga valorizzato sempre più dal legislatore, con ulteriori servizi, quali l’abbattimento o incremento di alcune soglie massime di spesa (vedi la tasca dei voucher multiuso limitata a € 258,23, la previdenza complementare ecc.), l’allargamento ad altre voci di spesa oggi molto richieste come i dispositivi di protezione individuale e i device per gestire la relazione digitale, l’ingresso “di diritto” del Welfare Aziendale in tutti i CCNL, in modo tale che questo strumento entri nella quotidianità della giurisprudenza ed al tempo stesso della vita dei lavoratori. Un ruolo importante il Provider dovrà ritagliarselo anche sviluppando un’interlocuzione di alto profilo tecnico con il mondo dei professionisti, dove condividere lo studio e l’analisi effettuata dai propri comitati tecnici e portare insieme soluzioni alle aziende in grado di superare il trade-off tra servizio e supporto al dipendente con il contenimento dei costi.
In quest’ottica, dunque, sarebbe anche auspicabile prevedere un credito d’imposta per i costi sostenuti dalle aziende circa consulenze professionali per le attività di cui sopra.
Quali esperienze, quali esigenze, quali richieste vi vengono in queste settimane dalle aziende per le quali svolgete il vostro servizio di provider?
Dal punto di vista consulenziale, in questo momento storico, è richiesta un’analisi di approfondimento sull’azione sinergica tra “Ammortizzatori Sociali – Welfare Aziendale”. In vista anche delle operazioni welfare lanciate dalle grandi aziende italiane (Luxottica, Giovanni Rana ec.), anche le pmi vogliono tutelare i propri dipendenti, ed il welfare è uno strumento che oggi può rispondere in maniera efficace a questa esigenza. In questo periodo le domande delle aziende sono rivolte al soddisfacimento dei bisogni di sicurezza sanitaria e reddituale dei lavoratori e della possibilità di utilizzare il portale anche oltre i periodi contrattuali di servizio per superare le difficoltà legata alla possibilità di consumare il credito in particolare sulle voci relative all’area ricreativa.
Dal punto di vista, invece, digitale della piattaforma, abbiamo notato un crescente consumo delle attività di formazione con corsi online, legittimato dalla quarantena e dalla Fase 2.
Sicuramente, questa triste e dispendiosa esperienza socio-economica legata al virus, ha accelerato l’utilizzo di piattaforme web, anche a beneficio di piattaforme welfare. Noi crediamo che non sia semplicemente una tendenza legata a doppio filo con il Covid-19 e che quindi andrà a scemare assieme a questo, bensì rappresenti l’innesco di una nuova cultura e consapevolezza che, oggi, con le possibilità legate al digitale, possa esserci realmente utile e di semplice gestione. Proprio come vorremmo accadesse per il Welfare Aziendale.
*Il seguente articolo è stato pubblicato su Wewelfare.it, il 4 giugno 2020