Amilon. Nuove, e aggiornate, gift card per nuovi bisogni
Il mercato del welfare integrativo, e aziendale in particolare, non poteva non essere condizionato dall’emergenza Covid-19. Quali sono le esigenze attuali e come cambierà il settore e il mercato dopo la crisi? Per riflettere sul futuro, ne parliamo con Andrea Verri, CEO di Amilon Srl.
di Lucia Medri*
Quale ruolo è possibile ridisegnare al vostro impegno imprenditoriale, di partner di aziende destinate a non dover più contare solo sulla distribuzione di “benefit” ma forse sulla condivisione di servizi “essenziali” (salute, servizi alla persona, …) per i propri dipendenti?
Amilon è un provider particolare nell’ambito del welfare aziendale. Siamo diventati soci AIWA in qualità di erogatori di una piccola parte di welfare relativa ai fringe benefit, quindi le gift card, rispetto alle quali nelle ultime settimane è stato sviluppato un aggiornamento dell’offerta. Questa pandemia è stata deflagrante in quanto ha determinato in tre mesi cambiamenti che di solito si attuano in una decina d’anni, durante l’emergenza è stato compiuto un salto clamoroso in avanti. I bisogni delle persone sono mutati completamente: viviamo una vita diversa, lavoriamo, ci spostiamo e viaggeremo in modalità inedite; le aziende hanno innanzitutto compreso quanto lo smart working sia applicabile e ciò comporta fiducia da parte dei datori di lavoro nei confronti dei propri dipendenti. La pandemia da Covid-19 è riuscita così a cambiare la testa degli imprenditori. Noi di Amilon ci siamo ritrovati in poco tempo a dover considerare prodotti che prima non avevano appeal e ora sono invece preminenti: la consegna a casa tramite app di food delivery è diventata fondamentale nella nostra offerta di benefit, come anche i buoni per il trasporto e gli incentivi per le biciclette, è stata implementata inoltre l’offerta di servizi di entertainment da casa, come piattaforme di serie tv e film in streaming e videogaming. Il welfare dovrebbe quindi inserire delle incentivazioni per questi prodotti, in quanto le persone, non solo i dipendenti, hanno già cambiato i propri bisogni e noi dobbiamo aggiornarci.
È il momento di una rinnovata attenzione allo sviluppo di un welfare di territorio e non solo d’azienda?
Il problema del welfare territoriale lo percepivamo anche prima, se forniamo buoni solo per i centri commerciali delle grandi città escludiamo una parte importante relativa alle realtà locali, del resto le gift card sono sempre state usate all’interno delle grandi catene mentre ora le stiamo estendendo anche ai comuni di piccole città, lavorando dunque a dei prodotti che possano avere una capillarità più territoriale. Sconto e Torno è una piattaforma pensata appositamente per rilanciare il settore turismo, tramite la quale invitiamo gli esercenti ad affiliarsi al nostro network e, con la vendita delle nostre gift card, offrire loro un prodotto territoriale. A seguito della sinergia creata con il nostro partner Zucchetti, crediamo di poterne creare di ulteriori finalizzate a migliorare il nostro prodotto per acquisire nuovi clienti. Crediamo questo sia un trend in progressiva crescita e che gli esercenti non possono ignorare.
Dopo la crisi? Il welfare aziendale non sarà più lo stesso. Quali iniziative dovrebbero essere prese dal settore? Defiscalizzazione e decontribuzione dei servizi di welfare? Inserimento strutturale dei servizi di welfare nella nuova contrattazione aziendale e di comparto?
La soglia di deducibilità di 258 euro annui per dipendente è una soglia fissata con corrispettivo in lire di 500 mila, il che sottolinea quanto questo sia un provvedimento vecchio che deve essere adeguato e, in virtù della crisi che stiamo ora vivendo, si possono far rientrare nella decontribuzione tutte quelle revisioni diventate urgenti. Auspichiamo un tempestivo innalzamento di questa soglia, per noi di Amilon e per tutte le aziende come la nostra cambierebbe molto perché le nostre offerte sono direttamente dipendenti da questo limite. Questo aggiornamento potrebbe permetterci di inserire servizi relativi alle necessità odierne, soprattutto quelle inerenti alla didattica a distanza.
Quali esperienze, quali esigenze, quali richieste vi vengono in queste settimane dalle aziende per le quali svolgete il vostro servizio di provider?
Sono molte le aziende in difficoltà, perché i negozi sono chiusi o, se sono riusciti a riaprire, hanno poca clientela. Per contravvenire a questa problematica, abbiamo creato un nuovo prodotto chiamato Save the Shopping al quale hanno aderito diverse catene di negozi che garantiscono così uno sconto sul prezzo del prodotto se si acquista la gift card, in questo modo da un lato si sostengono i negozi, dall’altro coi ricavi si intende sostenere le spese per le terapie intensive della Regione Lombardia. Il retail ci chiede di trovare modalità per far tornare la clientela ad acquistare, le aziende invece chiedono di implementare l’offerta con prodotti non solo interessanti ma che abbiano anche condizioni economiche di vantaggio.
*Il seguente articolo è stato pubblicato su Wewelfare.it, il 4 giugno 2020