Welfare aziendale e territorio: il caso delle reti emiliane
A partire dal progetto Rete Welfare Aziendale di Modena conclusosi nel 2020, recentemente è nato un nuovo percorso grazie al sostegno del Comune di Carpi e di altre amministrazioni locali.
La Rete Welfare Aziendale di Modena è un progetto promosso dal Comune e dalla Provincia di Modena e finanziato della Regione Emilia Romagna, a cui hanno aderito numerose parti sociali e un gruppo di imprese del territorio. La Rete ha cercato di promuovere la diffusione di azioni di welfare aziendale integrate con l’offerta di welfare locale e coinvolgere i commercianti e gli esercenti locali.
A seguito del rinnovamento dei vertici del Comune di Modena il progetto è stato messo in stand-by. La società di consulenza che ha ideato questo percorso – Focus Lab – ha però avviato un’iniziativa simile grazie al sostegno dell’Unione Territoriale Terre d’Argine, che ricomprende i Comuni di Carpi, Campogalliano, Novi di Modena e Soliera. Nel corso dei prossimi mesi saranno quindi portate avanti tutte le attività propedeutiche per attivare una rete di imprese che vuole investire nel welfare aziendale in ottica territoriale.
Percorsi di secondo welfare ha analizzato questa esperienza nel corso del ciclo di incontri laboratoriali strutturato insieme alla Fondazione Monte dei Paschi di Siena e rivolto agli stakeholder del territorio senese interessati al welfare aziendale territoriale. Di seguito ve ne parliamo attraverso un articolo tratto dal Quaderno 6 della Fondazione Marco Vigorelli e qui riprodotto con il consenso dell’autrice.
Il tema del welfare aziendale e del benessere sul luogo di lavoro negli ultimi anni è stato oggetto di numerosi studi per indagarne le specificità, manovre fiscali per incentivarne l’utilizzo e analisi dei fabbisogni da parte delle imprese per attuarne concretamente i benefici. A distanza di alcuni anni dalla sua diffusione, si può affermare che un grosso limite di tale strumento sia la scarsa capacità da parte delle micro e piccole imprese, che rappresentano il cuore del tessuto produttivo italiano, ad attuare un piano di welfare interno a causa degli oneri gestionali ed economici che ne derivano. Ecco perché si è indagata una soluzione affinché la maggioranza delle imprese presenti sul territorio non rimanga ai margini di tale sviluppo. La costituzione di una partnership inter-aziendale ne rappresenta un esempio.
La formazione di una rete di imprese consente alle aziende aderenti di suddividere i costi dei servizi, ottenere accordi più vantaggiosi con i fornitori, condividere le competenze ed i rischi. È una soluzione che permette quindi di coinvolgere anche le aziende di minori dimensioni, facilitando la sperimentazione di azioni innovative e la condivisione delle pratiche di welfare già in essere. Da aziendale il welfare può così diventare territoriale, scongiurando il rischio di una contrapposizione crescente fra “isole di benessere” da un lato, e lavoratori meno tutelati dall’altro (Santoni 2019). Per welfare aziendale territoriale ci si riferisce quindi alle forme di partnership che consentono alle imprese, collocate in un determinato territorio, di aggregare le proprie competenze e risorse economiche per sostenere la progettazione e l’implementazione di pratiche di welfare aziendale anche grazie al coinvolgimento di una molteplicità di attori pubblici e privati presenti sul territorio di riferimento. Nell’accezione di welfare territoriale, le aziende sono «tasselli che contribuiscono alla realizzazione di un benessere complesso, frutto di una pluralità di attori che operano su uno stesso territorio» (Macchioni 2018). “Coesione” rappresenta dunque il concetto chiave che consente alle imprese, specialmente se di micro e piccole dimensioni, di dimostrare interesse per il benessere dei propri collaboratori (Frey 2017).
La Rete Welfare Aziendale promossa dal Comune di Modena
Particolarmente innovative sono le esperienze che coinvolgono l’ente pubblico nell’ideazione e nella gestione delle reti di imprese, per collaborare congiuntamente per il benessere dei lavoratori e dei cittadini. È infatti strategica la creazione di sinergie tra il welfare pubblico locale e il welfare aziendale, non solo per evitare duplicazioni e sovrapposizioni dell’offerta, ma anche per ampliare il paniere dei servizi a disposizione della cittadinanza (Maino e Razetti 2019).
L’esperienza della Rete Welfare Aziendale promossa dal Comune di Modena è un esempio di collaborazione sinergica tra settore privato e settore pubblico, con lo scopo di favorire l’incrocio tra domanda e offerta di servizi di welfare aziendale-territoriale. Nel triennio 2017-2019 il Comune di Modena, grazie al supporto e alla gestione tecnica di Focus Lab, una società di consulenza strategica per la realizzazione di progetti inerenti al tema della sostenibilità e della Corporate Social Responsibility, ha avviato la sperimentazione della Rete Welfare Aziendale, una tra le prime iniziative a livello nazionale ad essere promossa da un ente pubblico. Si tratta di un progetto, finanziato dalla Regione Emilia Romagna, che intende rispondere ai bisogni di welfare dei dipendenti e delle loro famiglie attraverso la sperimentazione di una gamma articolata di servizi. Gli attori della rete possono fornire ed acquistare servizi a km zero su diverse aree di welfare evoluto, come servizi salva tempo e costi, di conciliazione vita-lavoro, di cura alle persone, per il benessere e lo sviluppo professionale dei dipendenti e loro famiglie.
Il percorso pluriennale del progetto ha previsto incontri di aggiornamento su pratiche esistenti di welfare aziendale, visite nelle aziende modenesi promotrici di best-practices, laboratori e workshop di co-progettazione per l’ideazione di nuovi servizi innovativi. Questa iniziativa ha riscontrato un buon livello di engagement da parte di diversi attori presenti sul territorio modenese: sono cinquanta i soggetti che hanno aderito al progetto, tra aziende di diversi settori produttivi, cooperative sociali, associazioni di volontariato, aziende per i servizi alla persona, enti pubblici, associazioni di categoria, sindacati, fondazioni e l’Università di Modena e Reggio Emilia. È stato quindi utilizzato un approccio multi-stakeholder e multilivello per poter coinvolgere attori molto diversi tra loro e per costruire una rete di imprese in una logica di partnership e di condivisione. I responsabili di molte realtà imprenditoriali hanno trovato nella rete il luogo ideale di scambio di know-how e pratiche innovative, di condivisione di strumenti utili al miglioramento dei piani di welfare aziendali delle singole imprese, nonché l’occasione per creare servizi nuovi che rispondano alle esigenze dei propri dipendenti.
Iniziative attuate e percorso di sperimentazione
Per poter comprendere le esigenze prioritarie di welfare aziendale dei dipendenti delle PMI modenesi e la capacità delle aziende nel soddisfare tali bisogni, a dicembre 2017 è stata svolta un’indagine conoscitiva attraverso lo strumento del questionario online. Quest’ultimo è stato somministrato ad un campione di oltre 500 dipendenti delle aziende aderenti al progetto modenese proponendo un paniere di servizi appartenenti a diverse aree di welfare. Ai fini dell’indagine, è stato chiesto ai lavoratori di esprimere una preferenza rispetto ai servizi di cui sentivano l’esigenza e di indicare quali tra quelli proposti erano già implementati nell’impresa di appartenenza. I risultati emersi sono stati rilevanti per conoscere meglio pratiche, percezioni, bisogni e implicazioni di fronte alle nuove sfide per il welfare pubblico e per le imprese. Sono state raccolte informazioni aggiornate sul grado di implementazione del welfare aziendale nelle imprese modenesi e sull’offerta esistente di servizi e benefit. Per molte imprese locali si è trattata della prima esperienza conoscitiva sul tema, un’opportunità di crescita in termini di consapevolezza, migliore valutazione e valorizzazione delle azioni di welfare aziendale informali in corso, nonché occasione di ascolto dei dipendenti e rilevazione dei loro bisogni. Attraverso i dati ricavati, le imprese coinvolte hanno avuto l’opportunità di incrociare meglio la domanda e l’offerta di servizi per co-progettare soluzioni di welfare aziendale-territoriale all’interno dei laboratori della rete modenese.
Nel corso del triennio di sperimentazione sono stati ideati, progettati e realizzati ben settantadue nuovi servizi che riguardano diversi ambiti del welfare: servizi alla persona, servizi salva tempo (la spesa pronta in ufficio, servizio di giardinaggio/pulizie a prezzo scontato), misure di conciliazione vita-lavoro (smart-working, asili nido aziendali), sanità e previdenza integrativa.
Dal lavoro nei laboratori di co-progettazione è nato un progetto pilota: la realizzazione della “Welfare Card”, uno strumento per accedere ai servizi della rete. Si tratta di una tessera nominale destinata ai lavoratori delle imprese della rete, utilizzabile anche dai familiari del lavoratore cui è intestata. La tessera è stata consegnata nelle aziende insieme alla “Guida servizi”, un catalogo con più di settanta servizi a disposizione delle imprese e dei dipendenti della rete. L’utilizzo della card è molto semplice: il lavoratore, se interessato ad un servizio presente nella guida, contatta direttamente il referente dell’impresa fornitrice grazie ai recapiti indicati e, mostrando la propria “Welfare card”, ha diritto alla scontistica dedicata, senza necessità di richiedere successivi rimborsi o mostrare alcuna documentazione.
Sul finire del triennio di sperimentazione è stato realizzato un questionario di valutazione per indagare il grado di apprezzamento della “Welfare card” da parte dei lavoratori, per rilevare in che misura i servizi offerti fossero stati utilizzati e soprattutto per cogliere spunti di miglioramento per rendere più fruibili e utili le iniziative. È emerso che i lavoratori hanno apprezzato il progetto, valutato molto positivamente soprattutto per i servizi di conciliazione vita-lavoro e le scontistiche a disposizione per diverse prestazioni. I rispondenti al questionario hanno inoltre suggerito di ampliare il numero di servizi offerti rendendoli più fruibili attraverso la creazione di un apposito portale digitale.
Opportunità e vantaggi del progetto
Anche alla luce dei risultati emersi nella survey di valutazione, la Rete Welfare Aziendale ha dimostrato di poter garantire ai diversi stakeholder opportunità e vantaggi trasversali: ai lavoratori e alle loro famiglie vengono forniti servizi a prezzo scontato e facili da utilizzare, in modo da migliorare la qualità della vita e aumentare il benessere individuale; le imprese hanno la possibilità di aggregare la domanda dei servizi, garantendo un’offerta di prestazioni a km zero per i propri dipendenti, con l’effetto di migliorare il clima aziendale e la qualità del lavoro; le organizzazioni che forniscono i servizi ampliano la loro attività, grazie alla numerosa platea di lavoratori delle imprese della rete; il comune amplia la gamma di servizi di welfare per rispondere ai bisogni sociali dei cittadini e valorizza i servizi pubblici già esistenti, estendendoli alla categoria “lavoratori dipendenti”.
A maggio 2019 la rete modenese è stata premiata tra i 100 progetti che contribuiscono, a livello territoriale, al raggiungimento dei diciassette Sustainable Development Goals (SDGs) fissati dall’ONU. Il “Premio PA sostenibile” ha riconosciuto infatti nella Rete Welfare Aziendale un progetto innovativo di dialogo tra imprese private ed enti pubblici che ha l’obiettivo di assicurare benessere e sviluppo della comunità. È la dimostrazione che, nonostante l’insufficienza e l’inadeguatezza dei servizi del welfare state, gli enti pubblici possono avere ancora un ruolo di protagonisti nella protezione dai rischi sociali e nel fornire risposte ai bisogni delle persone.
Terminato il triennio di sperimentazione ed esaurito il finanziamento regionale, il progetto avrebbe dovuto fornire tutti gli strumenti necessari alle aziende per proseguire nella fornitura dei servizi in maniera autonoma. Infatti, la Rete Welfare Aziendale, fin dalla sua ideazione, sarebbe dovuta risultare un progetto autosostenibile e quindi indipendente dal punto di vista gestionale ed economico. Di fatto, quello che si è verificato è che la mancanza di una cabina di regia ha portato alla dispersione degli impegni e delle volontà di alcune aziende di proseguire in autonomia nella fornitura di servizi ai dipendenti. Altre aziende, al contrario, hanno continuato a credere nel progetto e a diffondere tra i loro collaboratori la “Guida dei servizi” e la “Welfare card”, ampliando ulteriormente l’offerta di prestazioni e scontistiche.
Alcune delle aziende del progetto modenese sono confluite in un’altra iniziativa, molto simile, nata nella vicina Unione dei Comuni delle Terre D’Argine a gennaio 2020. Stessi sono gli intenti e stesse le modalità, con la differenza che qui sono quattro i Comuni promotori (Carpi, Novi, Campogalliano e Soliera). Quello che emerge è dunque la forte volontà da parte delle imprese del territorio modenese di far parte di un progetto comune capace di creare una rete di collaborazione e di sinergie per aumentare il benessere dei propri dipendenti. Inoltre, l’esito del triennio di sperimentazione della rete promossa dal Comune di Modena rivela che, per gran parte delle aziende aderenti, si tratta dell’unico modo per dimostrare attenzione e interesse al benessere dei propri collaboratori. Infatti la cabina di regia e il monitoraggio continuo da parte di Focus Lab ha “sollevato” le aziende dagli oneri organizzativi che altrimenti avrebbero dovuto sostenere individualmente. Quando, finito il finanziamento regionale, la cabina di regia è venuta meno, la rete ha iniziato a perdere di adesione e motivazione, lasciando sole le aziende che fino a quel momento erano state accompagnate e sostenute.
Un ultimo aspetto molto significativo è la replicabilità del progetto. Lo dimostra la neo-esperienza dell’Unione delle Terre d’Argine, in Provincia di Modena, sì vicina al “progetto padre”, ma caratterizzata da un territorio dissimile e da conformazioni diverse dal quadro cittadino, quali comuni di piccole-medie dimensioni, imprese di minore entità e presenza disomogenea di servizi.
Il progetto modenese è quindi in grado di essere replicato in diversi territori e di essere adattato alle esigenze delle imprese che ne fanno parte, con lo scopo ultimo di offrire benessere ai lavoratori e alla cittadinanza.
Conclusioni
Il progetto modenese rappresenta un esempio di collaborazione sinergica tra imprese di diversa natura e dimensione. Negli ultimi anni molteplici sono le esperienze di reti di organizzazioni che, su diversi territori nazionali, hanno beneficiato degli effetti positivi del welfare aziendale-territoriale, credendo nella condivisione e nella co-progettazione di piani di welfare comunitari. La conformazione in rete e la logica della condivisione permettono infatti di valorizzare e accentuare le potenzialità di ciascuna impresa aderente e, soprattutto, di superare i limiti dimensionali delle piccole-medie imprese, che difficilmente riuscirebbero ad offrire in autonomia servizi e benefici ai propri collaboratori. Le reti di imprese sono in grado di creare, nel territorio dove sono situate, valore aggiunto per la cittadinanza, “allargando” i servizi destinati ai dipendenti dell’intera comunità di riferimento.
La pandemia da Covid-19 e la conseguente emergenza sociale ed economica hanno reso ancora più evidente l’inadeguatezza del sistema di welfare pubblico italiano e hanno accentuato la necessità di trovare soluzioni alternative al sistema pubblico di servizi sanitari e sociali, per poter rispondere adeguatamente ai bisogni delle persone. Lavorare in rete diventa pertanto una soluzione ottimale, in uno scenario ambiguo e incerto come quello che stiamo vivendo, per poter permettere alle imprese di collaborare per la creazione e diffusione di piani di welfare-territoriali, per ampliare l’offerta di servizi rivolti alla cittadinanza.
Bibliografia
- Frey M., (2017) «Il ruolo delle imprese coesive nell’ecologia dello sviluppo», in P. Venturi, S. Rago (a cura di), Da Spazi a Luoghi. Proposte per una nuova ecologia dello sviluppo, Forlì, AICCON.
- Maino F., Razetti F. 2019 Fare rete per far welfare. Dalle aziende ai territori: strumenti, attori, processi, Torino, G. Giappichelli Editore.
- Macchioni E. 2014 Culture e pratiche del welfare aziendale, Dalla Responsabilità sociale alla Cittadinanza d’impresa, Milano, Mimesis edizioni.
- Santoni V. 2019 Reti d’impresa e accordi territoriali per il welfare aziendale: i tratti distintivi delle esperienze italiane, in «Sociologia del lavoro», 153, pp. 185-201.
*Il presente articolo è stato pubblicato su Secondowelfare.it, il 13 luglio 2021