Decreto Aiuti bis, nell’ultima bozza c’è il raddoppio dei fringe benefit

da Ago 3, 2022Rassegna Stampa

Come già accaduto per il 2020 e il 2021, salvo imprevisti dell’ultimo minuto, anche quest’anno ci sarà il raddoppio della soglia esentasse dei cosiddetti fringe benefit. Secondo quanto riportato da ANSA, infatti, nel corso di un incontro a Palazzo Chigi sul decreto Aiuti bis è stata infatti accolta una proposta di modifica avanzata di Italia Viva che sarà inserita nel testo finale. Questo permetterà alle imprese di destinare ai propri dipendenti una serie di beni e servizi di welfare aziendale per un valore massimo defiscalizzato di 516,46 euro, il doppio rispetto ai 258,23 euro previsti dalla normativa.

Cosa sono i fringe benefit

Questi benefit riguardano una vasta gamma di servizi e soluzioni che godono di specifici benefici fiscali secondo quanto previsto dalla normativa che regola il welfare aziendale.

Tra le formule più comuni ci sono: card acquisto da spendere presso catene commerciali o negozi (anche della grande distribuzione online), buoni benzina, beni e servizi connessi allo sviluppo della mobilità sostenibile (novità recente, prevista dall’interpello 293/2020 dell’Agenzia delle Entrate), polizze assicurative. Molto spesso, inoltre, nei fringe benefit rientrano varie forme di voucher che, tramite strumenti digitali o cartacei, sono spendibili presso attività commerciali e fornitori di servizi convenzionati.

Sarà un’opportunità?

La proposta di raddoppiare la soglia dei fringe benefit era stata già avanzata anche nel corso del dibattito riguardante la Legge di Bilancio del 2022 e all’interno delle prime bozze del Decreto Milleproroghe 2022. In entrambi i casi però questo intervento non aveva trovato spazio.

Alcune sigle sindacali si aspettavano che nel Decreto Aiuti fossero previsti interventi rilevanti per abbattere il cuneo fiscale, che tuttavia non sembra saranno presenti nel testo finale. Alzare il limite di deducibilità dei fringe benefit potrebbe essere un’opportunità per andare comunque in questa direzione, ma che non richiede un impegno eccessivo per l’Erario.

Inoltre questa misura può consentire di generare nuovi consumi, e quindi un ritorno in termini di IVA. Al tempo stesso può incentivare le imprese ad investire nel welfare (e in particolare in misure dal risvolto sociale) e può dare ai lavoratori e alle lavoratrici più possibilità di acquistare servizi utili per sé e per la loro famiglia.

Il seguente articolo è stato pubblicato su Secondowelfare.it, il 3 agosto 2022

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